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Una mostra indossabile di Alessandro Calabrese
curata da OTTN Projects e prodotta da Lover Lover
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Il progetto nasce dalla voglia di condividere messaggi off-line capaci di stimolare un senso critico. La necessità è stata quella di destrutturare uno spazio espositivo classico per entrare nel tessuto urbano, dove il pensiero dell’artista incontra l’azione quotidiana dell’individuo. 
TESTO CRITICO
di Sara Van Bussel

Alessandro Calabrese (Trento, 1983), laureato in architettura e in fotografia, indaga da anni sugli stati liminali dell’immagine e del suo linguaggio attraverso pratiche disparate, sperimentando con tentativi di traduzione da processi di ricerca concettuale e teorica a realtá materica.


Fare le cose per bene é, ancora, l’ultima linea di resistenza é un progetto espositivo curato da OTTN, che consiste in una serie di riflessioni dell’artista stampate su maglietta, frammenti di un unico ipotetico componimento:
 

Fare le cose per bene è, ancora, l'ultima linea di resistenza:

(per prima cosa) attrezzarsi con enormi riserve di gentilezza,

tenere ai momenti brevi come si tengono i fiori

(e, qualora non bastasse,) predisporsi a ribaltare i tavoli, implacabili

(perché) c'era un tempo per gli scherzi che ora non è più.
 

Questo nuovo progetto di Calabrese nasce dal comune desiderio dell’artista e di OTTN di investigare l’oggetto ‘opera d’arte’ e il suo agire nello spazio.
I classici modelli espositivi per opere d’arte sono le mura bianche di gallerie, che mirano ad offrire un contesto interpretativo il piú neutrale
possibile.
La volontá di spostare l’opera dalla tela ad una maglietta implica la possibilitá di uscire da un statismo ad hoc, rendendo l’oggetto artistico indossabile, vivibile, partecipe alla vita di tutti i giorni. Lo spazio d’azione dell’opera d’arte si espande dunque al di fuori di gallerie ed istituti, permeando il tessuto sociale del quotidiano.
Questa scelta trova forte risonanza nel titolo della serie, nel quale spicca la parola resistenza, pregna di connotazione politica e sociale.
La scelta di Calabrese di lasciare le sue opere su corpi indipendenti, in balia di strade e lavatrici, rispecchia la volontá dell’artista di mettere in discussione l’aspetto autoriale del fare arte, come aveva giá fatto in passato con serie quali ‘The Long Thing’, nella quale l’opera finale é il risultato di impronte lasciate da corpi estranei quali graffette, scanner e macchinari d’ufficio.
Anche l’indagine sulla spazialitá dell’opera é un aspetto ricorrente, analizzato giá in ‘A Failed Entertainment’, serie nella quale le fotografie di luoghi scattate dall’artista venivano sottoposte ad una ricerca inversa sul web, portando a risultati algoritmici
sorprendenti e geograficamente inspiegabili.
La specificitá di questo progetto risiede pertanto non nelle tematiche affrontate, ma nella nuova accezione data a questi argomenti precedentemente esplorati: autorialitá, spazialitá e casualitá si piegano in questa serie ad un bisogno di dialogo, diventando per la prima volta elementi di confronto diretto, libero.
L’invito ad un collettivo sforzo a fare le cose per bene trova declinazione in suggerimenti, che si muovono poi indipendenti nel tessuto del quotidiano: la parola scritta, l’opera d’arte, qui non é piú simbolo o metafora ma diventa, dunque, atto.
La gratuitá di questo invito é radicato nella convinzione che oggi piú che mai il cambiamento nasce dall’empatia, la compassione (dal latino con – patire = sentire insieme) riconoscendo ed affermando l’altro in quanto soggetto di potenziale confronto. La maglietta- opera d’arte opera quindi come duplice atto affermativo di apertura e riconoscimento, cedendosi al mondo dove si incontra, si scontra, si sporca dell’altro.
La peculiaritá ed urgenza di questo progetto risiede esattamente in questa discreta ma potente libertá affidata all’oggetto artistico, il quale, in tempi di diffidenza,agisce come un cenno per strada: disarmante nella sua forza, pieno del coraggio del dire ‘ti parlo e poi ti lascio andare’.

L’intero profitto di OTTN Projects verrà devoluto a supportare i progetti artistici di Uva Passa -  un’associazione di volontariato attiva nel bolognese che dal 2006 presta servizio all’interno dell'Istituto Penale per minorenni, e presso la Comunità che accoglie minori stranieri non accompagnati.
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Alessandro Calabrese, laureato in architettura, è assistente alla docenza presso l’Accademia
Carrara di Belle Arti di Bergamo. Insegna presso NABA, Milano. Artista visivo, predilige lavorare
con immagini e parole, talvolta con le proprie, in certi casi con le altrui di cui si appropria. Tra le
principali mostre si segnalano quelle inerenti al progetto
A Failed Entertainment e appartenenti al
ciclo del premio Foam Talent 2015, con il quale inoltre espone a Roma presso il Museo MACRO e il MAXXI in occasione del Premio Graziadei.

Nel 2017 presenta la prima personale Impasse
presso la galleria Viasaterna, in cui viene esposto il lavoro inedito The Long Thing, e a cui
seguono, tra le altre, le mostre presso Palazzo Reale per il Premio Cairo nel 2018 e la collettiva
After Monet al Mart di Rovereto nel 2020. Si occupa inoltre della programmazione di Condominio, uno spazio a Milano dedicato alla la fotografia contemporanea.

Nato nel 2019, LOVER LOVER è un negozio di abbigliamento usato selezionato vintage,equilibrato dalla vendita di articoli contemporanei in edizioni limitate.

Oltre a una propria collezione fissa, grazie alla sartoria interna, il negozio si è aperto alle collaborazioni per riuscire a far sempre qualcosa di nuovo, per imparare e divertirsi.

Ci prendiamo in giro e prendiamo in giro: non vogliamo rimanere seri.

LOVERLOVER 
Via Nazario Sauro, 14/c
43121 Parma (PR)

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INTERVISTA DI SARA VAN BUSSEL:

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APPROFONDIMENTI EXTRA

Pinot, Culture & Politics, un dibattito a cura di Giorgia Ori

Una dimensione altra dello spazio, testo a cura di Francesca Rossi

Pensieri liberi sull'immaginario, un podcast a cura di Giorgia Ori

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